L’impatto potenziale della tecnologia digitale varia notevolmente a seconda del settore, ma la maggior parte delle persone che hanno a che fare con un business di qualsiasi tipo, oggi condivide una sfida importante: come portare i guadagni che si ottengono dal digitale lungo tutta la catena di valore, raggiungendo quindi il massimo del potenziale di questa trasformazione, e superando il premio limitato che stanno attualmente ottenendo.
Mentre le vendite online, i social network e le applicazioni mobili hanno ricevuto la maggior parte dell’attenzione quando si tratta di digitale, credo che il maggiore impatto sui profitti possa arrivare dove la maggior parte delle organizzazioni e delle aziende non guarda: dalle nuove opportunità di impresa, dai risparmi sui costi e dai cambiamenti oltre l’interfaccia con i clienti.
Ad esempio, il valore che il digitale può portare ai canali di distribuzione aziendale, sia migliorando quelli attuali che creandone di nuovi.
Questa mancata attenzione da parte delle organizzazioni potrebbe renderle vulnerabili sia ai nuovi operatori, che agli operatori storici agili, che sono in grado di migliorare l’intera catena del valore, e contemporaneamente combinarla con modelli operativi innovativi, per portare prodotti migliori, più economici, più personalizzati, servizi più rapidi e una migliore esperienza del cliente.
Naturalmente, non tutti i settori affrontano le stesse opportunità o le stesse sfide. Gli hotel e le compagnie aeree, ad esempio, sono fortemente esposti al potenziale dirompente del digitale: nei prossimi cinque anni la loro quota di vendite tramite canali digitali salirà al 50% nei mercati maturi. Le grandi catene di alimentari, invece, potrebbero essere meno colpite. La loro quota di vendite tramite canali digitali dovrebbe aumentare solo del 10%.
Il digitale sarà altamente dirompente per alcuni settori, influenzando non solo le strutture dei ricavi e dei costi, ma anche scuotendo il core business e i modelli operativi di tutti i settori.
L’industria della vendita al dettaglio di musica è un esempio di settore che ha già subito una rivoluzione importante.
Il settore creativo/culturale è invece ancora pieno di opportunità. I clienti hanno nuove esigenze e i nuovi canali non sono adeguatamente coperti dai player tradizionali.
Youtube è il secondo motore di ricerca al mondo; l’industria del gioco è sempre alla ricerca di proprietà intellettuali (nuove idee e storie); nuove modalità di interazione sono possibili nei musei grazie all’Internet Of Things; il crowdfunding consente la creazione di prodotti e servizi di intrattenimento innovativi.
Ma le istituzioni culturali tradizionali non sfruttano queste opportunità.
Chi saranno i player in grado di interpretare il cambiamento e trasformare queste industrie? Startupper o operatori storici agili?
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